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Sartoria

Richard Anderson

Photography: Jonathan Daniel Pryce


“Era tra il 1882 e il 1932,” scherza Richard Anderson sull’antiquata cultura di Savile Row di quando, a 17 anni, iniziò il suo apprendistato con Huntsman -  una delle case più antiche e venerate sulla via. “Era gestita con una disciplina rigida, di vecchia scuola – ti si rivolgeva la parola sempre bruscamente, e dovevi saper improvvisare, ma io amavo la sfida. Arrivando da una scuola superiore unificata a Watford, fu un vero e proprio shock culturale.”

“Questo rigido addestramento giornaliero affinò e migliorò le abilità di taglio e confezione del giovane Anderson, ma ciò che davvero avrebbe determinato il suo futuro durante questi anni di formazione fu il rapporto che formò con il direttore generale di Huntsman, un certo Brian Lishak. Ora uno dei più elogiati veterani della Row – ha festeggiato a fine 2016 il suo 60° anniversario sulla Row – Lishak ha un arsenale impareggiabile di aneddoti riguardo a Savile Row. Una volta, ad esempio, dovette rivelare a Steve McQueen che una dozzina di abiti, tutti fatti a mano impiegando 90 ore per ogni capo, non si sarebbe potuta realizzare in sole due settimane. Quando i Beatles suonarono al loro famoso concerto sul tetto del Numero 3 nel 1969, Lishak era lì, a vedere lo svolgimento di tutto lo spettacolo. Katherine Hepburn, Paul Newman e Gregory Peck hanno tutti avuto modo di ricevere il suo modo di servire i clienti, cordiale, affabile ma mai ossequioso (“Saville Row è un gran livellatore,” dice parlando del suo approccio), come anche un numero immenso di membri di famiglie reali e dignitari di tutto il mondo.

Fu dopo quasi due decadi da colleghi intimi che Anderson e Lishak aprirono un negozio insieme nel febbraio 2001. “A quel tempo non avevamo neppure un negozio”, ricorda il secondo. “Richard aveva una tavola per tagliare nel suo garage a casa a St Albans e veniva a Londra per incontrare i clienti nelle loro stanze d’hotel, case, eccetera, mentre io avevo un piccolo ufficio a Londra.” Ma il successo arrivò poco dopo, in parte grazie al bramoso approccio della coppia nei confronti delle vendite internazionali. All’inizio della sua carriera, Lishak si era frequentemente recato in America per periodi di quattro mesi e mezzo, attraversando in nave l’Atlantico e poi girando in lungo e in largo il Paese su treni notturni, prendendo le misure di clienti in tutte le città principali (di recente, a New York, ha adempiuto ad un appuntamento con un anziano cliente che misurò per la prima volta nell’inverno del 1957).

Richard Anderson.

Tornando ai primi anni del 2000, un tour di vendite oltreoceano denso di impegni determinò l’instaurarsi di una neonata collaborazione, e l’America (insieme al Giappone e all’Europa) rimane ad oggi uno dei mercati più importanti per loro. “Ci andiamo tre volte all’anno per circa tre settimane,” dice Anderson, “per prendere misure, ricevere ordini, in generale per servire i nostri clienti.”

L’altro principio chiave della loro collaborazione, fin dall’inizio, è stato un approccio meno formale. “Venivamo da una casa classica di Savile Row, e sentivamo di non volere la stessa atmosfera esclusiva da club,” spiega Anderson. “Hackett, che è stato qui al N. 13 per un anno primo di noi, aveva riarredato la sede ed era già molto clinica, molto minimalista – lo stile del tempo – e abbiamo deciso di renderla più accogliente, più invitante per le persone che forse non erano use ad entrare nei locali di Savile Row.” La coppia ha optato inoltre per chiamare i clienti per nome (“Prima era tutto un ‘signore’, ricorda Anderson).

Preferiscono un approccio fresco anche per quanto riguarda lo stile e il metodo. Anderson dice che questa è una delle poche sartorie che applica ancora le maniche alle spalle a mano piuttosto che a macchina. “Questo dà un aspetto più nitido e fatto su misura al capo, oltre a mantenere nel tempo la linea della spalla,” dice. Anche la tecnica della casa per creare dei motivi è unica, pur derivando da un metodo tradizionale detto il Sistema Thornton, che Anderson imparò sotto la guida di due leggendari maestri del taglio di Huntsman, Colin Hammick e Brian Hall. “In un certo senso prende il concetto di una giacca da equitazione e lo incrocia con una giacca da sera, con un bottone,” dice, “ma all’interno di quella cornice, puoi fare quello che vuoi – allargare i risvolti e così via.”

Nel suo libro del 2009 Bespoke: Savile Row Ripped and Smooth, Anderson cita il Dizionario dei Mestieri Inglesi del 1804 per descrivere la vocazione del tagliatore: “Creare una bella forma dove la natura non ne abbia fornita una”. Per dimostrare che cosa significa, Anderson e Lishak ci hanno condotti verso un manichino su cui è appoggiata una giacca da equitazione in marrone ruggine con scacchi rossi e blu, realizzata appositamente per i festeggiamenti del 60° anniversario di Lishak. “Riesci a vedere che abbiamo messo dell’imbottitura nelle spalle ma che non c’è filo nella parte superiore della spalla?” chiede Anderson. “I buchi per le braccia sono alti, in parte per una facilità di movimento, ma anche per ottenere una bella riga allungata lungo la cucitura laterale, che aiuta le persone a sembrare più alte e magre. Mettiamo le tasche un po’ più in alto della norma, lo stesso per gli spacchi, e anche questo aumenta la percezione di una buona altezza e statura.

“È tutto in proporzione, disegnato per avvolgerti ed essere su misura ma non per essere stretto.”

“Abbiamo una vita stretta – iniziamo a stringere in vita un po’ più in altro rispetto alla maggior parte delle sartorie – e una tasca più in basso inclinata e dotata di risvolto con uno spazio esterno per i biglietti. Su un abito da giorno normalmente useremmo tasche dritte, con o senza risvolto, ma su un tweed, inclinate sono più sportive. Abbiamo una bella manica stretta, bavero regolare, e quello che facciamo è mettere un ricciolino qui sui lati del colletto superiore – una delle nostre firme. L’effetto complessivo è qualcosa che rimarrà rilevante. Non lo metterai tra 10 o 15 anni pensando che sia fuori moda – è un vero classico. È tutto in proporzione, disegnato per avvolgerti ed essere su misura ma non per essere stretto.”

In altre parole, dignitoso, amabile e tradizionale senza essere in nessun modo soffocante o antiquato. Il che praticamente rende il capo l’epitomo di questo, relativamente un nuovo arrivato su Savile Row, e uno dei maggiori protagonisti della rinascita moderna della classica eleganza del gentiluomo.

Richard Anderson, 13 Savile Row, London, W1S 3PH

Nick Scott Editore dell'edizione britannica di Robb Report, ex Capo redattore di The Rake e vice editore dell'edizione australiana di GQ, ha pubblicato diversi articoli su Esquire, The Guardian e il Financial Times.